Innamorarsi a tredici anni

L’amore non è cieco. L’infatuazione è cieca. L’amore vede tutto e accetta ogni cosa.

La vedevo tutti i giorni andando a scuola
Non sono mai riuscito a dirle una parola
La guardavo camminare da lontano
Con i suoi capelli biondi ed i libri in mano
Non ricordo neanche più che faccia aveva
Ma l’odore della nebbia di mattina
Quando mi vestivo in fretta per far prima
E fingere di essere lì per caso quando usciva

Io cercavo di attirare la sua attenzione
Ma ero un bambino goffo e non sapevo come
E poi c’era un tipo che si chiamava Sansone di cognome
Che aveva gli occhi verdi e giocava da Dio a pallone
Aveva gli occhi verdi e la pelle scura
E la faccia di uno che non ha avuto mai paura
Che giocava ancora meglio se sapeva che lei guardava
E le brillava lo sguardo quando gli sorrideva

Penso che ci siamo passati in tanti. Sono anche sicuro che per molti si è anche ripresentato in età meno adolescenziali, anagraficamente parlando.

Come che sia, queste sono esperienze importanti in cui si inizia più consapevolemente a contattare le proprie emozioni e a scendere a patti con loro.

Sono periodi della vita che ci fanno vivere fuori dalla realtà e a crederci super eroi. Ma molto possiamo imparare da queste situazioni, perchè ci si mette a trattare direttamente con la propria autostima, con le proprie aspettative e con il contesto in cui siamo immersi, fatto di regole, principi, bisogni degli altri e presunti ostacoli, i più vari, che paiono sbarrarci la strada rispetto a quanto desideriamo.

Soprattutto ci si trova a dialogare con le parti più nascoste di noi stessi, con l’essenza di noi, questa sconosciuta, e si impara a darle spazio e a riconoscerla.

Sono talmente intense le emozioni dei tredici anni che in età adulta se ne può aver paura oppure, anche con timore, ci si trova ad accettare di replicare quelle esperienze.

Si sperimenta, sotto ogni punto di vista, magari oggi più di ieri. Ma è inevitabile e necessario.

Si impara ad amare, e si può anche capire che l’amore vero non è la fase di innamoramento, per quanto sia bello e necessario viverlo.

Perché l’amore vero viene dopo.

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Citazione da frasi di Anamika Mishra

Immagine da Pixabay: Gioventù

Versi: by Eugenio Finardi da album Acustica 1993


Sub

Dalla nascita l’uomo porta il peso della gravità sulle spalle. Ma sotto la superficie dell’acqua siamo liberi.

In quegli anni si andava tutti insieme al mare. Qualche volta con la famiglia allargata e qualche volta solo noi tre, meno frequentemente.

Coppia affiatata con un figlio che cresceva a vista d’occhio.

Si riusciva ogni tanto a fare le vacanze senza presenze di altri, amici o parenti, trovando una dimensione intima e decisamente calda tra noi, perché andavamo d’accordo, anche se non su tutto.

Ma il mare non era più quello di un tempo, era un mare speciale, non vicino alla nostra laguna, anzi lontano, e famoso per le acque cristalline e la bandiera blu.

Era un mare che lambiva le coste di centro Italia o meridionali. Coste di regioni a noi poco note.

Fu in una di quelle volte, che imparammo una cosa inaspettata e decisamente straordinaria.

Partecipammo ad un corso breve di immersione subacquea.

Ci trovavamo in Puglia, alle Isole Tremiti, e i timori ci inchiodavano nell’aderire al corso.

Eravamo entusiasti ma assai intimoriti. D’accordo sapevamo nuotare, ma non eravamo dei provetti. E poi immergersi così non era da tutti i giorni.

La follia di fare una cosa fuori dagli schemi, un po’ estrema per noi, essendo neofiti, ci ha spinto a non escludere l’invito che gli organizzatori avevano rivolto ai turisti di turno. E successivamente ad aderirvi, perché non si può sapere ed apprezzare se non si prova.

Mia moglie decise di non partecipare, accontentandosi di fare nuoto di superfice usando maschera e boccaglio, con l’unico scopo di osservare il fondale marino e la rispettiva fauna.

Noi due invece andammo avanti, incoraggiandoci l’un l’altro. Dopo le lezioni di teoria, molto dettagliate ed interessanti, ci immergemmo guidati da una tutor molto brava e gentile.

Ricordo che, stando tra noi, ci teneva per mano perché voleva essere sicura della buona riuscita della prima esperienza in profondità.

Le bombole pesavano e facilmente ci accompagnarono a circa 20 metri sotto.

Fu bello e difficoltoso stare in equilibrio a quella profondità e contemporaneamente gustare quanto ci circondava e ci passava davanti agli occhi.

Fu anche triste ritornare in superficie, e nel contempo stupendo poter fare questa esperienza insieme. Non la dimenticheremo mai.

Fin qui la descrizione della circostanza.

In me rimane molto chiaro il ricordo di aver vissuto, per circa un’ora, quella sensazione di stare in una bolla quasi silenziosa in cui si potevano udire solo i nostri respiri collegati al respiratore e le bolle d’aria che venivano espulse. Era una bolla che sembrava un altro mondo, il cosiddetto mondo silenzioso (*) descritto da noti esploratori subacquei.

Che emozioni!

Ricordo la gioia di far parte di quella piccola spedizione, di poterlo fare insieme a mio figlio. Ricordo la paura che ci potesse succedere qualcosa e, nello stesso tempo, il senso di calma al pensiero che eravamo scortati da una brava sub.

A parte tutto ciò, il ricordo oggi più forte, molto gradevole, è quella sensazione di libertà per essere in profondità sotto la superficie d’acqua, poter vedere dei fondali bellissimi e sentire una piacevole distanza da tutto il mondo noto.

Non perché uno specifico allontanamento fosse necessario, ma per la possibilità di una pausa speciale, condita da aspetti di novità e di scoperta in un contesto naturalistico di prim’ordine.

Oggi non so ancora se provai soltanto io quelle emozioni e quelle sensazioni. Quello che so è che ritornando a fare “snorkeling” tutti e tre riprendemmo ad immergerci con una nuova consapevolezza.

Non soltanto nuotare, ammirare, esplorare, spingersi giù a scrutare da vicino, ma anche ricercare quella “bolla silenziosa” che può meglio contenerci, mettendoci in una situazione di calma in cui contattare le nostre emozioni primordiali, e ritrovare noi stessi.

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Auspicio: “possiamo presto tornare al mare e vivere le stesse emozioni”

Citazione: Jacques Yves Cousteau

Immagini: Pixabay – Immersioni subacquee I e II

Riferimenti: Il mondo silenzioso, J.Y. Cousteau – Frédéric Dumas – Oscar Mondadori (*)

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Cuore d’oro

Dell’Amore

Dell’Amore che hai ricevuto ti sei nutrito e sei cresciuto.

A molti Altri l’hai voluto donare e molti fiori hai visto spuntare. Se i tuoi spazi ti prenderai gli Altri sempre meglio aiuterai.

Oggi voglio vivere…
Voglio dare…
Sono stato e sono un cercatore, una persona in ricerca del cuore d’oro.
Questo mi è stato difficile esprimerlo e trasmetterlo.
Ma è così.
E il tempo passa, gli anni volano.
E sono in ricerca del cuore d’oro…

Ho fatto tante esperienze, non sempre belle, ma sempre utili.
Non solo per me.
Per cercare un cuore d’oro ho fatto tanti chilometri, ho attraversato vite e ho incontrato sofferenze.
Ho sofferto e fatto soffrire.
Ho abitato nella mia mente, e nel mio cuore che mi fa cercare il cuore d’oro. 
E sono in ricerca del cuore d’oro…                                                                                                                                                                     

Oggi voglio vivere…
Voglio dare…                                                                                                                                                                      Ho cercato e cerco ancora.
Ma ho trovato il cuore d’oro. 

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Testo by Gianni Faccin, versi liberi ispirati liberamente a Heart of Gold di Neil Young nella versione del mio preferito Johnny Cash

Citazione: versi by Annamaria Sudiero – 2020

Foto by GiFa – Mandàla di Gianni Faccin nella creazione di Annamaria Sudiero, artista e Amica


Alba di un nuovo anno

Non si può toccare l’alba se non si sono percorsi i sentieri della notte. E il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire.

Negli ultimi tempi, prima dell’agognato 2021, mi sono spesso interrogato su quanto ho vissuto e maturato da quando sono uscito dal mondo lavorativo. In realtà mi ero interrogato al riguardo già qualche anno prima, prevedendo che da lì a poco avrei chiuso con l’esperienza in azienda.

Per essere chiari, non si è trattato di vero e proprio pensionamento, ma di “esodo” ovvero una sorta di pre-pensionamento. Così viene definito, anche contrattualmente, ma su questo, forse, tornerò, in altra occasione.

Da sempre mi sono letteralmente buttato in quasi tutte le opportunità che mi venivano presentate, dopo una iniziale, rapida valutazione. E nonostante la parte preliminare fosse di cautela, sceglievo facilmente di dedicare parti di me alle nuove proposte, che erano in genere di impegno sociale o culturale.

Col tempo, ma mi ci sono volute molta strada e molte intemperie, ho iniziato finalmente a dire dei no. Ma che difficile …

Ecco che dovendo lasciare l’occupazione che mi ha accompagnato per quasi quarant’anni, il pensiero in automatico portava ad immaginare chissà quali nuove possibilità o iniziative, sia di impegno verso gli altri sia di soddisfacimento personale o familiare.

Mi ricordo che decisi di scrivere nel mio cahier personale i punti cui tenevo fortemente. Convinto che mi sarebbero stati utili. Eccone alcuni qui di seguito.

“Progetti … Voglio praticare la relazione di aiuto occupandomi di singoli, ma anche di gruppi e comunità, organizzando anche un sistema che faccia rete nell’Alto vicentino e affronti il cambiamento epocale in corso. Serve un nuovo modo di essere: aiuto alla persona, inteso come aiuto verso se stessi e verso la società.  Voglio percorrere la via del volontariato, ma anche quella del professionismo. In ogni caso sperimentando e provando anche sentieri comuni. L’obiettivo dell’azione da realizzare è sociale, con o senza il  profitto …”.

Mi ricordo il pensiero fisso che se non avessi verbalizzato per iscritto questi ed altri miei desideri, essi non si sarebbero realizzati. E sentivo questa vibrazione, fatta di consapevolezze che arrivavano a momenti come lampi di luce. Molto chiaramente, come chiare erano queste ed altre determinazioni.

E oggi sono felice, all’alba di un nuovo anno, che come sempre ci propone spunti di rinnovamento, di ripartenza, soprattutto con noi stessi, ma anche con gli altri, di rendermi conto che ciò che era desiderato ha trovato graduale realizzazione.

Motivazione? Determinazione? Profezia che si avvera?

Ho imparato la lezione che è indispensabile passare dagli auguri, dalle metafore e dalle intenzioni alla realtà vera, affrontando veramente il cambiamento che si prospetta. 

Noi stiamo vivendo un cambiamento epocale. E’ un qualche cosa che le vicende pandemiche dello scorso anno, tuttora in corso, non fanno che rendere accelerato, diffuso ed inevitabile.

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Citazioni: Khalil Gibran, la prima e Franco Battiato, la seconda

Foto: Bianca! Alba al Monte Novegno by Elisa Pasin – 9 gennaio 2021