La panchina

a piccoli passi …

E’ vecchia quella panchina e apparteneva alla nostra famiglia.

Noi, ultimi arrivati, non l’abbiamo considerata. Anzi l’abbiamo emarginata.

Alla fine non sapevamo che farci e in più si sarebbe dovuto ormai risanarla e riverniciarla.

Finalmente l’abbiamo posizionata vicino alla nostra recinzione. Quasi a prepararne un addio.

Improvvisamente l’abbiamo vista oltre il cancello, anch’esso in rovina.

Qualcuno l’aveva scelta, perché giudicata utile.

Eccola a sostenere corpi di tifosi stanchi e distratti

E corpi giovani, muscolosi o smunti da terre lontane.

Ben presto dal terreno di gioco vicino l’abbiamo vista spostata più in là, oltre la strada che delimita il terreno di gioco, anch’esso ormai abbandonato.

Sono passati anni e la panchina, che si era spostata lentamente ancora di dieci, venti metri più su, ha trovato una prima collocazione di fianco ad un nuovo campo da gioco.

Sport diverso, ma sempre accompagnato da osservatori distratti e stanchi.

Poi, non soddisfatta, si è spostata ancora appresso al sentiero che dalla strada sale verso la collina.

Il tutto in pochi metri.

Non più sport o giochi, ma semplice servizio per i camminatori di tutte le età.

E il tempo è passato. Oggi la nostra panca pare si sia sistemata.

La possiamo vedere da dove abitiamo, come un sito sicuro, in mezzo al verde o al bianco, non lontano dalla casa di origine, dal terreno che l’ha avuta per molti anni, dal primo terreno di gioco, dalla strada e dal sentiero che sale verso su.

E’ bella da lontano e da vicino. Anche se non è risanata.

E’ spesso meta di persone anziane che trovano un momento di pausa prima di arrampicarsi sul sentiero impegnativo. Di coppie che trovano un momento di romanticismo. Di solitari che si fermano a guardare il paradiso naturalistico circostante. Di chiunque passi di là.

E’ divenuta un simbolo di riposo, quiete e serenità. Un traguardo, un premio, un balsamo.

Noi la guardiamo sempre.

Spesso ci avviciniamo per toccarla, osservarla, verificare se resiste alle intemperie.

Anche se desiderassimo riportarla a casa, sarebbe veramente un peccato sprecare questa storia, anche se si tratta solo di una panchina.

Distruggeremmo in un attimo quanto quella panchina si è costruita in pochi metri ma in tanti anni.

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Citazione e testo by Gianni Faccin

Foto by GiFa – La panchina di famiglia 2021