Fragore ... rumore incessante, costante e nonostante ciò pace.
Onde a tratti robuste che s'infrangono regolarmente sulla battigia di ciotoli
ciascuno simile ma non uguale all'altro.
Dopo ogni massaggio d'acqua nessuno è più dove prima.
In diversi posti di mare ho potuto leggere una frase tratta dal web che riporto sotto, soltanto aggiungo è assolutamente vera. Eccola: Se il rumore del mare sovrasta quello dei pensieri, sei nel posto giusto.
…
Immagini: scatti by GiFa 2022 Senigallia: battigia e parete “animata” di una seahouse
Testo: versi by GiFa2019 iniziato tre anni fa e finito oggi a Senigallia
La guerra non è uno spettacolo che si guarda e si ascolta sul divano. Se uno di noi sta sotto le bombe come succede alle sorelle e fratelli ucraini, possiamo dire solo due parole: ti tengo.
Che non vuol dire soltanto "io tengo a te", ma "ti tengo dentro di me", ti custodisco nel cuore e nel pensiero, e in ogni cosa che faccio io penso a te, perché chi ha occupato te e la tua terra con le armi ha invaso il mio cuore ...
.
Fonte: by
Jack Folla, un dj nel braccio della morte – 4 marzo 2022
“L’unica strada per la serenità: fai il tuo lavoro, e poi fai un passo indietro”.
Rimanendo sul grande autore e filosofo cinese sopraccitato, possiamo arguire come anche con obiettivi di rilievo o molto impegnativi si possa raggiungere o mantenere la serenità. Dice: “Colui che conosce il proprio obiettivo, si sente forte: questa forza lo rende sereno; questa serenità assicura la pace interiore; solo la pace interiore consente la riflessione profonda; la riflessione profonda è il punto di partenza di ogni successo”. Se ne ricava, tra le altre cose, che la serenità è il vero fine e nel contempo un obiettivo intermedio, che si autoalimenta.
In ogni caso serenità è una delle parole “pesanti” di significato che mi sono sentito rivolgere più spesso anche recentemente tra Natale e i primi giorni dell’anno nuovo. Sono sincero, le gradisco sempre e sempre le ho gradite. Io stesso ho augurato spesso serenità.
Ma da un po’ di tempo mi chiedo: che cosa sto augurando? Che cosa mi stanno augurando?
Che significa “serenità”?
Ho deciso di approfondire, perché ogni parola già di proprio ha un valore e un senso. Se poi viene rivolta ad altri e viene donata, le interpretazioni si moltiplicano.
Piradello scrisse: “Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d’intenderci; non ci siamo intesi affatto”.
Tornando agli “auguri”, c’è da dire dunque che chi augura serenità ne dà senz’altro una sua versione, in genere inconscia, lo stesso chi la riceve per poi tradurla in base ai propri modi d’intendere e sentire.
Quindi risalendo al vero significato della parola si taglia ogni distorsione, almeno così dovrebbe essere.
Nel web la libera enciclopedia dice che serenità è il termine con cui si descrive la condizione emotiva individuale caratterizzata da tranquillità e calma non solo apparenti, ma talmente profonde da non essere soggette, nell’immediato, a trasformazioni di umore, ad eccitazioni o perturbazioni tali da modificare significativamente questo stato di pace. La serenità è una componente rilevante nel costituire il benessere emotivo dell’uomo; secondo alcune teorie essa è talmente rilevante da costituire una condizione necessaria e sufficiente per la felicità dell’essere umano.
Molti autori del lontano passato hanno affrontato il tema della serenità. Fra questi ho da poco tempo iniziato ad amare, più di altri, Seneca.
Per il grande filosofo la serenità è uno stato da raggiungere tramite il distacco dalle preoccupazioni terrene. In un passo delle sue opere dice: “Per questo è necessario mirare alla libertà. E c’è una sola maniera per averla: l’indifferenza verso il destino. Così nascerà quel bene incommensurabile, la pace di una mente sicura e l’altezza morale e una gioia immensa e imperturbabile che viene dalla conoscenza della verità e dall’assenza di paure e una grande serenità”.
Libertà, forse felicità, di sicuro distacco e indifferenza, parole molto usate ma che vanno meglio esplorate, magari in altre occasioni.
Tornando alla serenità, leggendo meglio tra gli scritti filosofici del grande autore troviamo molti utili spunti per inquadrare la serenità.
Sarebbe importante per la persona “guardare per prima cosa a se stessa, agli impegni che si accinge ad assumere e alle persone con le quali vengono intrapresi”. E’ evidente come tali indicazioni, dettate nel 400 a.C. circa siano di una estrema attualità, più di 2000 anni dopo. E ci risiamo: serve che partiamo innanzitutto da una “valutazione di noi stessi, perché spesso ci sembra di potere più di quanto effettivamente possiamo…”. Dovremmo “valutare bene anche le attività da intraprendere al fine di confrontare le nostre forze con ciò che abbiamo in animo” di cominciare. E qui arriva il colpo decisivo: “… certi impegni poi non sono tanto grandi quanto fecondi e comportano molti altri impegni; sarebbero da rifuggire queste attività dalle quali nascerà una nuova e molteplice occupazione, e non ci si deve spingere là donde poi il ritorno non sia libero…”.
C’è veramente da meditarci sopra.
[segue]
Panorama
.
Citazione: da frasi di Lao Tse
Immagini: in evidenza Dialoganti foto GiFa 2021 – in chiusura Panorama foto GiFa 2021
Riferimenti: Lao Tse Il libro del Tao Saggi Newton – Luigi Pirandello Uno, nessuno, centomila – Oscar Mondadori – Donata Paini [a cura di], Seneca La Serenità – Barbera ed. – Wikipedia, serenità significato
Dalla nascita l’uomo porta il peso della gravità sulle spalle. Ma sotto la superficie dell’acqua siamo liberi.
In quegli anni si andava tutti insieme al mare. Qualche volta con la famiglia allargata e qualche volta solo noi tre, meno frequentemente.
Coppia affiatata con un figlio che cresceva a vista d’occhio.
Si riusciva ogni tanto a fare le vacanze senza presenze di altri, amici o parenti, trovando una dimensione intima e decisamente calda tra noi, perché andavamo d’accordo, anche se non su tutto.
Ma il mare non era più quello di un tempo, era un mare speciale, non vicino alla nostra laguna, anzi lontano, e famoso per le acque cristalline e la bandiera blu.
Era un mare che lambiva le coste di centro Italia o meridionali. Coste di regioni a noi poco note.
Fu in una di quelle volte, che imparammo una cosa inaspettata e decisamente straordinaria.
Partecipammo ad un corso breve di immersione subacquea.
Ci trovavamo in Puglia, alle Isole Tremiti, e i timori ci inchiodavano nell’aderire al corso.
Eravamo entusiasti ma assai intimoriti. D’accordo sapevamo nuotare, ma non eravamo dei provetti. E poi immergersi così non era da tutti i giorni.
La follia di fare una cosa fuori dagli schemi, un po’ estrema per noi, essendo neofiti, ci ha spinto a non escludere l’invito che gli organizzatori avevano rivolto ai turisti di turno. E successivamente ad aderirvi, perché non si può sapere ed apprezzare se non si prova.
Mia moglie decise di non partecipare, accontentandosi di fare nuoto di superfice usando maschera e boccaglio, con l’unico scopo di osservare il fondale marino e la rispettiva fauna.
Noi due invece andammo avanti, incoraggiandoci l’un l’altro. Dopo le lezioni di teoria, molto dettagliate ed interessanti, ci immergemmo guidati da una tutor molto brava e gentile.
Ricordo che, stando tra noi, ci teneva per mano perché voleva essere sicura della buona riuscita della prima esperienza in profondità.
Le bombole pesavano e facilmente ci accompagnarono a circa 20 metri sotto.
Fu bello e difficoltoso stare in equilibrio a quella profondità e contemporaneamente gustare quanto ci circondava e ci passava davanti agli occhi.
Fu anche triste ritornare in superficie, e nel contempo stupendo poter fare questa esperienza insieme. Non la dimenticheremo mai.
Fin qui la descrizione della circostanza.
In me rimane molto chiaro il ricordo di aver vissuto, per circa un’ora, quella sensazione di stare in una bolla quasi silenziosa in cui si potevano udire solo i nostri respiri collegati al respiratore e le bolle d’aria che venivano espulse. Era una bolla che sembrava un altro mondo, il cosiddetto mondo silenzioso (*) descritto da noti esploratori subacquei.
Che emozioni!
Ricordo la gioia di far parte di quella piccola spedizione, di poterlo fare insieme a mio figlio. Ricordo la paura che ci potesse succedere qualcosa e, nello stesso tempo, il senso di calma al pensiero che eravamo scortati da una brava sub.
A parte tutto ciò, il ricordo oggi più forte, molto gradevole, è quella sensazione di libertà per essere in profondità sotto la superficie d’acqua, poter vedere dei fondali bellissimi e sentire una piacevole distanza da tutto il mondo noto.
Non perché uno specifico allontanamento fosse necessario, ma per la possibilità di una pausa speciale, condita da aspetti di novità e di scoperta in un contesto naturalistico di prim’ordine.
Oggi non so ancora se provai soltanto io quelle emozioni e quelle sensazioni. Quello che so è che ritornando a fare “snorkeling” tutti e tre riprendemmo ad immergerci con una nuova consapevolezza.
Non soltanto nuotare, ammirare, esplorare, spingersi giù a scrutare da vicino, ma anche ricercare quella “bolla silenziosa” che può meglio contenerci, mettendoci in una situazione di calma in cui contattare le nostre emozioni primordiali, e ritrovare noi stessi.
.
Auspicio: “possiamo presto tornare al mare e vivere le stesse emozioni”
Citazione: Jacques Yves Cousteau
Immagini: Pixabay – Immersioni subacquee I e II
Riferimenti: Il mondo silenzioso, J.Y. Cousteau – Frédéric Dumas – Oscar Mondadori (*)
Calma, pace, solitudine cercata.
Silenzio che diventa assordante.
I pensieri non se ne vanno subito, rallentano.
Poi sciamano …
E non c’è più distanza in me.
Citazione: liberamente by Gianni Faccin da Carpe diem che è una locuzione latina tratta dalle Odi del poeta latino Orazio (Odi 1, 11, 8), traducibile in “afferra il giorno”