La leggenda dell’uomo che dorme sopra il paese
Io lo conobbi quando avevo da poco compiuto i diciotto anni ed avevo appena preso la patente. La circostanza mi permetteva, contro il parere dei miei genitori, di salire in un paesino di montagna, a tre quarti d’ora da dove abitavo, per cercare di vedere una ragazza mia coetanea di cui ero innamorato.
Lei era arrivata dall’estero, e dopo essersi trasferita nella mia città, passava l’estate e molti fine settimana nel paesino natìo, a mille metri di altitudine.
Tutt’altro che alta montagna, a me pareva una località posta comunque in alto, ma soprattutto lontana da dove vivevo. In effetti non ne avevo sentito parlare granché.
Fino a d allora, il paese in questione non rientrava nei miei interessi. Ma all’improvviso tutto cambiò.
Nelle pochissime scorribande in montagna, un po’ in sordina per non ingannare troppo i miei cari, arrivai a conoscere i genitori della mia preferita e altri coetanei e amici della sua famiglia.
Fui colpito da una delle prime cose che mi vennero dette, ripetutamente da varie persone, e replicate poi nei tempi successivi.
Quello che per molti, i “forestieri” in testa, è una montagna caratteristica del paese, una occasione per ammirare il panorama, una opportunità per scatti fotografici suggestivi, un soggetto anticipatore di perturbazioni, se coperto da scure nubi, una stupenda palestra per camminatori e un laboratorio naturalistico visto la presenza di specie animali tipiche, per alcune persone, soprattutto residenti, altro non è che il “gigante sdraiato”.
La montagna, che spesso si presenta in veste di panettone con una spruzzatina di zucchero a velo, tanto da sembrare ad un pandoro, a ben guardare, ha le sembianze di un viso umano che è rivolto verso il cielo.
E’ proprio il viso di un grande uomo che sta dormendo: occhi chiusi, grande naso aquilino e bocca aperta, probabilmente sta russando da centinaia di anni.
Il suo russare non pare disturbare nessuno, e, al tempo stesso, il suo dormire prosegue senza soluzioni di continuità. Non c’è niente che lo possa interrompere. Neanche la presenza, e capita ogni tanto, di turisti poco avvezzi alle leggi di montagna, che con schiamazzi o urla si accompagnano in curiose escursioni.
Lui dorme. E quando scendono le tenebre il suo riposo diventa profondo, periodicamente, illuminato dalla luna, che aiuta a intravvedere nell’oscurità la croce che s’innalza verso il cielo.
In questi giorni mi sono recato dalla parte opposta della montagna, sfidando la grande neve che ancora rimane nell’altro versante.
C’è ancora un po’ di zucchero sulla cima. Ma confermo che il panettone non è quello che si vede normalmente.
E’ proprio quello che dice la leggenda. Si tratta del viso di un gigante che ha trovato il posto più adatto per riposare.
Pare, anche se non esistono conferme al riguardo, che il gigante voglia trasmettere a chiunque pace e serenità.
Sopra il paesino c’è lui a donare protezione. Lo fa in continuazione anche se a prima vista sembra non se ne interessi visto che dorme profondamente.
Citazione e testo: by Gianni Faccin
Foto in evidenza: by Angela Canale – Tramonto sullo Spitz Tonezza del Cimone ago2020
Foto qui sotto: by GiFa – Spitz Tonezza del Cimone feb2021
