"Seguire i passi - di chi? - sulla sabbia.
Fermarsi e chiudere gli occhi, ascoltare, ascoltare e basta, avvolti dall'aria fresca e salata.
Sentire a tratti il silenzio e subito il ritorno dell'onda che s'infrange sulla scura sabbia.
E' un continuo, regolare e interminabile respiro del grande mare che si apre davanti.
Senso di energia e pace nello stesso tempo.
Scambio d'amore interminabile, senza tempo, tra Mare e Terra".
Diversi ma uguali
uguali ma diversi
vicini ma distinti
distinti ma vicini
staccati ma uniti
uniti ma staccati
insieme ma singolari
singolari ma insieme
... insieme
Ringrazio Chiara che mi ha di recente stimolato e fatto riflettere con alcuni suoi versi, mai pubblicati. Ora mi dà il permesso di farlo come sigillo di sentimenti e sensazioni condivise. Auguro a Chiara di realizzare i propri sogni e di mantenersi sempre “in ricerca”.
Spiriti in Cammino
Il naso puntato al cielo
Un'espansione verso di lui
Tutto è importante
Nulla lo è
Le stelle ci parlano con il loro linguaggio
Noi lì, allievi silenziosi
Quando ce ne ricordiamo
[versi di Chiara Pasin]
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Non so bene perché, ma mi piace pensare di essere uno spirito inquieto.
Non certo uno spirito che non trova mai pace, tormentato al punto da non riuscire a stare bene o in pace. O così agitato da rendere inquieti anche i vicini.
Sì invece uno spirito che si abbevera costantemente di cose nuove, pure e dissetanti, di trovare rigenerazione e voglia di andare oltre.
Uno spirito in continua ricerca, curioso da vedere che cosa c’è intorno e svoltato l’angolo.
Guardare oltre.
Ma oltre chi e cosa?
Ecco una delle mie famose domande, fuor di luogo comune o di comune modo di dire.
Oltre i miei limiti, i pregiudizi e le paure che mi accompagnano. Quindi oltre me stesso.
E’ certo che questo approccio alla vita non mi è nuovo, anzi lo riconosco come più consapevole nell’ultimo decennio. Meno consapevole prima, ma c’è sempre stato in me.
Uno stupore speciale mi assale quando riconosco la stessa inquietudine in altre persone.
E’ stupendo riconoscersi e guardarsi dapprima con gli stessi occhi incrociando lo sguardo profondo e poi riconoscendo lo stesso modo di cercare e scoprire, guardando via da noi e in tempi diversi, intimi e distanti, rivolgendo lo sguardo all’insù.
Non è ben chiaro, ma la sensazione è quella di sentirsi piccoli, guidati, accompagnati come una mano più grande tenesse stretta la nostra e ci portasse verso la strada maestra.
E’ in quell’accompagnamento, guardando in alto che ci possiamo sentire allievi di un lui infinitamente più grande e indescrivibile. Distante, lontano ma vicino.
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Citazione: Papa Francesco rivolto ai giovani (udienza 13 giugno 2018 – Città del Vaticano)
Immagine: Pixabay – Stelle (in evidenza) e Donna che guarda verso l’alto
Guardandomi allo specchio e cercando un contatto, mi sono trovato a guardarmi dentro e indietro nel tempo.
Mi sono piaciute tante cose che ho potuto evocare. Altre molto meno. Ci sono concentrazioni di pensieri, sensazioni e sentimenti da far scoppiare un recipiente. Il tutto condito con la “fretta”. Non è mai mancata nella mia vita. Eppure la fretta è una dimensione che mi attrae e mi mette a disagio allo stesso tempo.
E’ la fretta con cui ho vissuto e affrontato molte esperienze piccole e grandi. Un po’ sempre di corsa. Ma, sorpresa!
Osservandomi di recente con calma ho trovato che c’é un’altra fretta, quella dell’anima, della mia anima. Ebbene sì, c’é e ho capito che c’è stata sempre.
Forse non è la cosiddetta fretta di cui crediamo di conoscere i significati. E’ la fretta che rappresenta un atteggiamento maturo di chi desidera l’essenziale, l’autentico, l’onesto, il pulito, l’affrancato da ogni sovrastruttura inutile.
Cercando in letteratura ho trovato qualcosa di molto bello che si avvicina a quello che voglio dire. E lo riporto qui di seguito. Ha un titolo: “La mia anima ha fretta”. Mi piacciono questi versi, anche se in realtà ci sarebbero molte precisazioni da fare. Specialmente con riguardo all’attenzione all’altro, sensibile o meno.
Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da ora in avanti, rispetto a quanto ho vissuto finora…
Mi sento come quel bimbo cui regalano un pacchetto di dolci: i primi li mangia con piacere, ma quando si accorge che gliene rimangono pochi, comincia a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili, in cui si discutono statuti, leggi, procedimenti e regolamenti interni, sapendo che alla fine non si concluderà nulla.
Non ho più tempo per sopportare persone assurde che, oltre che per l’età anagrafica, non sono cresciute per nessun altro aspetto.
Non ho più tempo, da perdere per sciocchezze.
Non voglio partecipare a riunioni in cui sfilano solo “Ego” gonfiati. Ora non sopporto i manipolatori, gli arrivisti, né gli approfittatori.
Mi disturbano gli invidiosi, che cercano di discreditare i più capaci, per appropriarsi del loro talento e dei loro risultati.
Detesto, se ne sono testimone, gli effetti che genera la lotta per un incarico importante.
Le persone non discutono sui contenuti, ma solo sui titoli…
Ho poco tempo per discutere di beni materiali o posizioni sociali.
Amo l’essenziale, perché la mia anima ora ha fretta…
Non ho più molti dolci nel pacchetto…
Adesso, così solo, voglio vivere tra gli esseri umani, molto sensibili.
Nota a margine – Questi versi, antichi, di certo scritti prima del 1945, rappresentano un programma di vita. E’ un programma che desidero cercare di mettere in pratica, perché il tempo non è illimitato per poter essere sprecato e inoltre nulla è più demotivante di farlo con persone che non sono disposte almeno a relazionarsi. Questa poesia parla di rispetto, per se stessi e per gli altri. Una poesia che diviene il mio progetto, oggi e da domani in avanti.
Citazione e testo by Gianni Faccin
Foto by Angela Canale (Sulla spiaggia a Senigallia settembre 2018)
Versi by Mario de Andrade (da “La mia anima ha fretta”)
Nota bene: Mario de Andrade è stato definito il poeta del tempo prezioso, poeta, musicologo, critico letterario e narratore brasiliano, ritenuto uno dei fondatori del modernismo brasiliano. (Nato a San Paolo, 9 ottobre 1893 e mancato in San Paolo, 25 febbraio 1945) fu grande amico di Ungaretti, del quale certamente avrà condiviso l’amore per l’essenziale. Questa particolare poesia può essere un ottimale spunto di riflessione interiore per riacquisire il bando della matassa nella propria esistenza. Fonte da ufficistampanazionali.it/
Quando sei affaticato e ti senti inutile o piccolissimo. Quando vorresti piangere ma non riesci a farlo e ti senti bloccato, come fossi congelato dentro, sappi che io ci sono. Ci sono sempre stato, anche quando non lo credevi possibile.Quando le situazioni si presentano difficili, dure, a prima vista insuperabili e pare non ci sia nessuno ad aiutare o ad ascoltare, sappi che io ci sono.Ci sono, come un ponte sopra acque tormentate.Quando sei veramente giù, quando ti senti solo, quando ti pare di aver sbagliato tutto, quando desideri venga sera e poi la sera diventa difficile amare i pensieri e non riesci a dormire, sappi che io ci sono.Ci sono, come un ponte sopra acque tormentate.Quando viaggi e in auto ti senti un’isola, quando soffri e ti sembra che nessuno lo comprenda, quando devi ingoiare torti e tutto pare muoversi contro di te, quando ti sembra di essere fuori dal coro e invece ci sei dentro più che mai, e questo non ti consola, quando ti manca il respiro al pensiero di dover cambiare la tua vita, sappi che io ci sono.Ci sono, come un ponte sopra acque tormentate.Ci sono sempre stato, anche quando non lo credevi possibile.Sappi che puoi partire se lo vuoi.Fallo, non attendere oltre.Il tuo momento è adesso. Fai brillare i tuoi desideri.Io ci sono, come un ponte sopra acque tormentate.
Ci sono, ma sto indietro e ti guardo le spalle.
Citazione da canzone di Simon & Garfunkel (vedi sotto)
Foto by Pixabay: Garzetta in volo libero
Testo di versi by Gianni Faccin, liberamente tratto da Bridge over troubled water di Simon & Garfunkel
Calma, pace, solitudine cercata.
Silenzio che diventa assordante.
I pensieri non se ne vanno subito, rallentano.
Poi sciamano …
E non c’è più distanza in me.
Citazione: liberamente by Gianni Faccin da Carpe diem che è una locuzione latina tratta dalle Odi del poeta latino Orazio (Odi 1, 11, 8), traducibile in “afferra il giorno”
Le cose semplici son sempre le più belle, entrano dentro sfiorandoti la pelle.
Bussano al cuore, ti fanno emozionare, mettono le ali e ti aiutano a volare.
Diventa poi difficile mandarle via, restano lì e ti fanno compagnia.
Sì, è vero le cose belle ti accompagnano sempre.
E se esprimono autenticità e semplicità sono ancora più belle.
Fanno tutte parte del bagaglio trasmessoci e da portare avanti perché possa a sua volta essere ritrasmesso.
Sono le radici da amare, senza le quali non si può volare.
Grazie papà!
“Mi piacerebbe tu fossi qui anche fisicamente,
presente come lo sei sempre di più nel ricordo
e nell’intimo crocevia, dove pensieri e desideri si rincorrono.
Mi piacerebbe potessi discutere ancora di speranze e promesse,
di sogni e impegni.
Sarei finalmente pronto a dirti tutto di me
e a chiederti tutto quello che non siamo mai riusciti
a colmare tra di noi.
Come volevi, come avrei voluto.
Vorrei poterti raccontare tutte le piccole grandi novità di quest’ultimo decennio e godere delle tue reazioni di stupore.
Mi piacerebbe, sarei, vorrei …
Ma sento che tu hai sempre saputo e che ci sei sempre stato.
Sento che tu sai e che ci sei".
Citazione: versi by Annamaria Sudiero (Le cose semplici da Respiri dell’anima GEDI 2016)
Testi e versi by Gianni Faccin (Le cose belle … 2021 e Mi piacerebbe … 2017)
Foto: riproduzione foto Pietro Faccin 1934 by GiFa
Riferimenti a margine: A.J. Cronin (La bellezza non svanirà – Bompiani 1970) e B. Ulsamer (Senza radici non si vola – Ed. Crisalide 2008)
Quale è il fatto? Il fatto è che quando scrivo sono felice.
Scrivo e mi sento nel qui e ora.
Scrivo e sento tutto me stesso e mi sento pieno di questa intimità come non mai.
Scrivo, penso e mi ascolto.
Sono ribelle, ma equilibrato.
Sono matto, ma non troppo,
Sono solidale, sempre.
Sono senza limiti, ma entro un confine.
Sono misurato, ma senza dubbi.
Sono bambino, quanto basta.
Sono maturo, ma senza essere arrivato.
Sono cercatore, ma senza fretta.
Sento tutto me stesso in un incrocio senza semafori, in cui avviene l'incontro delle mie identità.
Citazione by Gianni Faccin
Foto GiFa 2013: Autoritratto in ufficio (Cariverona Thiene Piazza Chilesotti)