Che cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più …
E’ il tempo che passa, vola, viaggia in avanti senza guardare in faccia a nessuno.
Questo è.
E come succede per altri vissuti non si spiega, semplicemente è, e basta.
Rimane il dispiacere di non aver trascorso meglio quel tempo, di non aver avuto più coraggio, di non aver saputo scegliere.
Spesso siamo presi dal grande rumore di sottofondo e non prestiamo attenzione alla chiamata che ci viene rivolta, che ci sta innanzi. Come un pugno diretto in viso. Lui arriva, lo prendiamo, fa male, ma non lo vogliamo vedere.
Rimane il sapore amaro di non essere stati all’altezza delle situazioni, di non aver risposto a certe richieste, di non aver capito i segnali.
Rimane, anche come lontano ricordo, il disagio di essere stati d’impiccio se non addirittura offensivi. Di aver ferito.
E questo richiederebbe comprensione e il cosiddetto perdono. Rimane allora la speranza di un perdono.
Proprio di recente J. mi ha passato un biglietto che ha trovato casualmente lungo una strada. Un biglietto che le ha aperto gli occhi del cuore proprio parlando di perdono (erano i giorni dell’Avvento). Lo scritto, rovinato dalla pioggia, era ben chiaro e ancora una volta si rifaceva a un detto ben noto:
“Dove c’è amore non c’è bisogno del perdono, perché quando ami, ami e basta”.
Amore? Ma quale amore?
Rimanendo su quanto riportato non può che essere un sentire che va oltre l’umano. Un sentire disinteressato, che ponendosi come centro della morale e della volontà, non può che divenire fonte di bene.
Pare difficile, ma ce la possiamo fare.
Ecco che si compongono le speranze che ci possono accompagnare nel tempo futuro.
Questo è, e basta.
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Citazione e riferimenti nel testo: attribuzione a S. Agostino
Immagine: Hope by Pixabay